Avrai notato anche tu come il remote-work sia uno degli argomenti più polarizzanti nel mondo del lavoro e nei social: è sufficiente guardare la numerosità e l’animosità dei commenti su LinkedIn ai post su questo tema per rendersene conto!
Tra aziende che forzano il lavoro in uffici e chi adotta policy remote-first è comunque davanti agli occhi di tutti quanto questa modalità di lavoro, esplosa durante la pandemia, sia qui per restare (come l’AI, ma questa è un’altra storia).
Ora, mettiamo da parte i pregiudizi e guardiamo qualche dato.
A fine 2024, Amazon ha fatto quello che fino a poco tempo prima sembrava impensabile: ha annunciato che la sua forza lavoro tech sarebbe tornata in ufficio cinque giorni su cinque. Andy Jassy, CEO, ha giustificato la scelta con parole semplici ma potenti: “le migliori idee nascono quando ci si ferma alla lavagna dopo una riunione o si incrociano sguardi in corridoio”. Solo due anni prima, la stessa azienda aveva abbracciato il lavoro ibrido. Quello che era nato come compromesso temporaneo, per molte aziende si è rivelato una questione identitaria.
Ma Amazon non è sola.
Google, Meta, IBM: tutte hanno rivisto le loro strategie sul lavoro distribuito (Google, Meta, IBM: tutte hanno rivisto le loro strategie), oscillando tra entusiasmo iniziale e richiami all’ordine. Tuttavia, mentre i giganti correggono la rotta, altri (come GitLab, Atlassian o Spotify) proseguono dritti, convinti che il lavoro remoto sia una leva strategica, non una concessione da ritirare. Eppure, la domanda rimane: è davvero possibile fare software delivery con team distribuiti?
Le evidenze empiriche finora indicano che il lavoro remoto, di per sé, non degrada le prestazioni dei team di sviluppo software, a patto che vengano adottati processi adeguati. Il rapporto Accelerate: State of DevOps 2023 (basato su oltre 36.000 risposte) non ha trovato dati conclusivi di un impatto negativo del remote-work sulla performance di team od organizzazioni: “non ci sono evidenze che il lavoro da remoto incida sulle performance di team o azienda”. Al contrario, ha rilevato che la flessibilità nelle modalità di lavoro è correlata a maggiore valore consegnato agli utenti e a miglior benessere dei dipendenti.
In altre parole, le aziende con approcci flessibili riescono a mantenere o aumentare i risultati (ad esempio in termini di velocità di rilascio e soddisfazione cliente) pur dando scelta sul luogo di lavoro.
Detto ciò, non è tutto oro quello che luccica.
Cosa sarà mai?
Lo vediamo nel prossimo messaggio.
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