Dicevamo… non è tutto oro quello che luccica nel mondo del remote-work.
Attenzione per i nuovi arrivati
Meta ha osservato che software engineer junior o assunti completamente da remoto tendevano ad avere output leggermente inferiori in media rispetto a colleghi in sede (https://about.fb.com/news/2023/03/mark-zuckerberg-meta-year-of-efficiency/). Questo suggerisce che l’assenza di interazione faccia-a-faccia può penalizzare le fasi di apprendimento e integrazione per chi è all’inizio della carriera (mancanza di mentoring “on the job”, meno occasioni di fare domande informali, ecc.). Questo punto trova riscontro anche in uno studio su 61.000 dipendenti Microsoft: durante il periodo full-remote, la rete di collaborazione interna è diventata più statica e frammentata, con un calo di ~25% del tempo speso in interazioni con colleghi al di fuori del proprio gruppo ristretto (https://www.businessinsider.com/remote-work-working-from-home-study-microsoft-meetings-2021-9).
Accesso ai talenti
Uno dei vantaggi più citati del lavoro remoto nel settore tech è la possibilità di attingere a un bacino di talenti molto più ampio, superando i vincoli geografici che tradizionalmente concentravano la forza lavoro nei poli tecnologici (come la Silicon Valley, Seattle, New York, Londra, ecc.). Questo aspetto si è rivelato strategico sia per le grandi imprese sia per le PMI tech, consentendo di assumere professionisti altamente qualificati indipendentemente dalla loro ubicazione fisica. Oltre alla diversità, c’è il tema dell’accesso ai talenti specialistici. Non tutte le competenze avanzate (es. esperti di AI, sviluppatori di nicchie tecnologiche, ingegneri con lunga esperienza) sono concentrate nei poli tradizionali; anzi, molte PMI tech in zone periferiche o Paesi emergenti hanno personale di alto livello che finora era difficilmente reclutabile dalle big company a meno di relocation onerosi. Con il remote-work, le aziende possono ingaggiare i migliori ovunque essi siano.
Riduzione dei costi
Un altro vantaggio segnalato è la riduzione dei costi e turnover legati al reclutamento. Poiché i dipendenti non devono più trasferirsi, accettano più facilmente un’offerta da remoto e sono più inclini a rimanere. Vari sondaggi indicano che molti sviluppatori oggi rifiuterebbero lavori che non offrano almeno opzione ibrida: la survey Stack Overflow 2023 (https://stackoverflow.blog/2023/11/27/are-remote-workers-more-productive-that-s-the-wrong-question/) ha rilevato che la flessibilità è il fattore n.1 di soddisfazione lavorativa per i developer, sopra a stipendio o avanzamento di carriera.
Azioni
Quindi… tu da che parte stai? Remoto sì? No? Ibrido con tot giorni forzati? Qual è la tua esperienza?
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