Oggi ti racconto di quella volta in cui ho ammesso la mia vulnerabilità con un cliente, in diretta, in call, senza filtri.

Era una delle nostre sessioni di coaching ricorrenti… Feedback sulle azioni intraprese, cosa va, cosa no, cosa piace… piani per la settimana prossima e così via.

All’inizio, Antonio (nome inventato), mi chiede come va (grande classico). Io rispondo: “Insomma, sto a energie zero, settimana impegnativa, avrei bisogno di un po’ riposo.”

Ho deciso di fidarmi e di lasciarmi andare… di essere una persona. Anche se dall’altra parte ho il cliente per cui dovrei mostrarmi sempre al top, spumeggiante e col sorriso.

A questo punto accade una magia.

Anche Antonio si apre e con un sorriso mi dice: “Anch’io ho proprio bisogno di una pausa e fortunatamente settimana prossima vado via…” ecc ecc.

Ci scambiamo così qualche aneddoto ed entriamo in sintonia.

Poi entriamo nel vivo e facciamo quello che dovevamo.

Clima professionale ma disteso… 1 ora di coaching che è volata alla grande.

Ne sono uscito ricaricato e col morale molto più carico dell’inizio!

Sì, ho rischiato, mi sono reso vulnerabile con un cliente, ho condiviso qualche difficoltà ma quello che ho ottenuto indietro è stato supporto, comprensione e tanta energia positiva!

In questo mondo che DICE di premiare l’apparenza, la perfezione, l’invulnerabilità del leader, dell’Amministratore Delegato dominante… sto scoprendo che mostrarsi umani, coi nostri difetti, apre le strade a relazioni molto più vere e profonde.

Qual è stata quella volta in cui ti sei mostrato/a vulnerabile e scoperto qualcosa di straordinario?

Sharing is caring

Se conosci qualcuno che potrebbe trovare utile ricevere e-mail per migliorare l’organizzazione dei team di sviluppo software, DevOps e software engineering in generale inoltragli questo post! Qui può iscriversi e cominciare a ricevere subito!


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *