In produzione, le cose vanno storte. Sempre. Magari rilasci una nuova feature, la metti nelle mani degli utenti e… sorpresa: la usano in un modo del tutto diverso da come l’avevi immaginato. Quello che per te era ovvio, per loro non lo è affatto. E il risultato? Sistemi messi alla prova con intensità e creatività imprevedibili.
Il problema è che nei sistemi complessi non hai mai una visione completa: dipendenze interne, relazioni esterne, effetti a catena. Così, quando qualcosa si rompe, spesso mancano i dati per capire cos’è successo davvero. E parte il teatrino: dev contro ops, colpi di dito incrociati, e la soluzione “classica”: riavviare e sperare che funzioni.
Ma davvero questo è il massimo a cui possiamo aspirare? Certo che no.
Le ricerche lo dicono da anni: dal Microsoft Operation Study del 2001 agli State of DevOps di DORA, i team che adottano telemetria, monitoraggio e osservabilità riducono drasticamente i tempi di intervento (MTTR) e riescono a prevenire i problemi, invece di limitarsi a rincorrerli.
La vera domanda da farsi è: quando qualcosa si rompe, hai i dati giusti per capire subito cosa fare?
Monitoraggio e osservabilità non sono solo “controllare i log”: sono le fondamenta per garantire continuità agli utenti e ridurre lo stress dei team.
Azioni
Rivedi i tuoi strumenti di monitoraggio: sono solo “termometri” o aiutano davvero a diagnosticare i problemi?
Chiediti: i tuoi team hanno la capacità di anticipare gli incidenti o reagiscono sempre e solo in emergenza?
Parti da una metrica chiave: il tempo medio di ripristino (MTTR). Sai già come misurarlo oggi?
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